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Nik Fabri (Anonimo) (sabato 4 dicembre 2010) Categoria: Altro
Ancora su Monocelli.
Cara Mafalda, è sempre un piacere leggerti. Certamente (e mi riferisco alle nostre vedute dissimili sulla morte di Monicelli) occorre piu' coraggio nel continuare ad affrontare le vicissitudini dell'esistenza umana quando tutto intorno a noi è arduo, difficile ed ostile. Sono altrettanto coinvinto pero' che, prendere la decisione di farla finita quando le propriie facolta' mentali non sono offuscate dal delirio di una patologia(allora si' che è facile) rappresenta una soluzione tanto drastica per quanto coraggiosa da attuare; da qui, la mia ammirazione per il regista e per chiunque altro(ripeto, sia pur sano di mente) il quale, decide che passare dall'altra parte, possa significare mettere fine a sofferenze giornaliere insopportabili e, soprattutto
intime, personali, sicuramente non condivise da alcuno( figli compresi). E' difficile accettare,direi per noi incomprensibile ma, come ho gia' scritto, la solitudine, già di per se, è terribile da condividere, figurarsi a 95 anni anche se ancora autonomi ed autosufficienti. Probabilmente l'esempio del papa' e le sue idee sono state determinanti nel mettere fine alla vita ma...perche' continuare, se non si ha piu' voglia di svegliarsi al mattino e affrontare un nuovo giorno fatto di pene e di affanni , difficili da sopportare , da comprendere e da giustificare? Vero è che l'esistenza, la nostra esistenza è opera di Dio ma, vero è che il Signore ha dato all'uomo anche il libero arbitrio, quindi la facolta' di decidere se peccare, se pregare, se credere o non credere, se fare del bene o fare del male, se continuare a vivere oppure no. In ogni caso, indipendentemente dalle leggi della chiesa, che pur osservo, la mia logica mi porta a considerare ( forse in modo sbagliato) la scelta di Monocelli, non un esempio da imitare ma, certamente un atto di coraggiosa forzatura nel mettere fine ai propri giorni troppo difficili da sopportare. Molte volte le leggi della chiesa le vedo piu' vicine alle leggi dell'uomo; molte volte, ad esempio, la ostinata intransigenza nei confronti dei separati e divorziati appare anacronistica allontanando, di fatto, chi ha subito un atto non propriamente voluto; molte volte non appare accettabile nè giustificato lo sfarzo e l'opulenza del Vaticano in primis e della chiesa in genere nelle proprie ricchezze e possedimenti quasi come se S. Francesco avesse predicato invano. Forse mi sto avventurando in un discorso troppo articolato, difficile, passando dalla considerazione di una morte verso altre che poco hanno a che fare con l'argomento iniziale. Ciao, cara amica, grazie comunque dell'ascolto e buona domenica a te e famiglia. Affettuosamente.
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Assunta (sabato 4 dicembre 2010)
21:16 del 04-12-2010
Ciao caro Nik, non sono Mafalda, ma ho la presunzione di pensare che il mio intervento ti farà comunque piacere.
Sono daccordo con te quasi su tutto, hai ragione quando dici che i separati e i divorziati sono per la chiesa, come personaggi di serie B e anh'io non lo ritengo giusto, sopratutto con i tempi moderni in cui va sempre più in voga convivere che sposarsi. Il Vaticano dovrebbe fare un distinguo, ma sono certa che prima o dopo un minimo di cambiamento ci sarà, per mettere per lo meno la chiesa al passo con i tempi. Per quanto riguarda Monicelli, sono meno daccordo, valide sono le tue spiegazioni, ma non ritengo giusto, anche se si tratta di solitudine, porre fine alla vita, certo ognuno interpreta il gesto secondo il suo pensiero e questo è il bello di esprimere le proprie idee, in piena libertà. Non trovo altresì corretto, il polverone sollevato dai parlamentari, che associavano erroneamente il suicidio del regista all'eutanasia, sono due cose completamente diverse.
Carissimo amico, ti auguro una bellissima serata, serena e altresì tranquilla, un sorriso per te con affetto.
Nik (sabato 4 dicembre 2010)
Propprio adesso, cara Assunta, ti ho inviato un breve quanto affettuoso scritto. Mi hai preceduto per un soffio. Non mi dici l'esito dell'esame allo stomaco. Allora, come stai? Ti abbraccio.
mafalda (Anonimo) (sabato 4 dicembre 2010)
Buona sera Nik , il piacere del dialogo se permetti è reciproco ; pur rispettando il tuo pensiero , insisto nel dire che quando non si ha più una ragione per vivere , non bisogna trovarne necessariamente una per morire , proprio per rispetto di quelli che vorrebbero vivere ma sanno di dover morire . Per fare quello che ha fatto Monicelli ,lo sappiamo tutti che ci vuole il coraggio di un momento , mentre per vivere occorre il coraggio di portare avanti battaglie quotidiane .Sì , lo ammetto la solitudine a quella età è difficile ,ma lui era " solo " per scelta , invece noi , così come abbiamo programmato la nostra gioventù ( gli studi , un matrimonio , un figlio , un qualunque altro progetto ) dovremmo anche investire sulla nostra vecchiaia .Crearci degli interessi che ci faranno sentire vivi e giovani anche contro il tempo che scorre , circondarci di veri AMICI con i quali cammineremo e ci sorreggeremo a vicenda , perchè di fondo l'uomo non è stato creato per stare da solo , a meno che non parliamo di uomini che hanno scelto la vita contemplativa e non era il caso di Monicelli ( forse neanche il nostro ). La libertà che ci ha dato Dio , è la nostra gioia , ma anche la nostra condanna . Se crediamo , confronteremo le nostre sofferenze con quelle che Gesù per primo ha vissuto durante la sua vita da uomo e forse troveremo conforto , viceversa se vogliamo usare la libertà e seguire quello che solo la ragione ci detta , possiamo pure farlo , sarà poi Dio a giudicare e fortunatamente non con il "metro " di giudizio umano . Per quanto riguarda i separati , la chiesa , non respinge i coniugi che hanno subito l'allontanamento da parte del patner , a meno che non si siano rifatti una nuova vita con un nuovo compagno , solo questa scelta li terrà lontano dai sacramenti , e capisco che è una cosa dolorosissima , ma parlandone con chi di dovere ,ogni caso verrà valutato singolarmente . Assunta dice " la chiesa si dovrebbe mettere al passo con i tempi ", ma io mi chiedo : è giusto aprire le porte a quelle persone che vedono nella chiesa solo una location coreografica e non uno degli avvenimento più importante della vita ? Il mondo dello spettacolo in primis , avrebbe fatto delle cerimonie in chiesa , l'evento dell'anno e ahimè anche più volte all ' anno con mariti sempre diversi
Anch'io sono scivolata in discorsi in cui forse presuntuosamente ho dato la mia chiave di lettura , è stato comunque un modo come un altro per intrattermi a dialogare con te . Buona domenica e alla prossima caro Nik .
dora (domenica 5 dicembre 2010)
Perchè non considerare semplicemente quello che è stato: la "stanchezza" di vivere. 95 anni sono tanti , forse troppi da portare quando la mente è ancora giovane e il corpo si sta letteralmente deteriorando. Monicelli non era un credente e non ha voluto lasciare alla malattia la scelta della sua "ora". Ha deciso io credo in piena coscienza come porre fine ai suoi giorni, l'ha premeditato( segno di determinazione) facendosi lasciare solo. Rispetto questa suprema scelta di libertà e la" onoro". Altre considerazioni sulla Fede, penso non siano applicabili a questo evento. Come sempre è il mio parere "laico", ma è quello che penso, e mi è parso corretto esprimerlo un po' fuori dal coro. Quanto al resto ......ragazzi è solo VITA.Con affetto.Dora.
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